L’aria a 4000 metri è rarefatta, ma non solo per questo il Monastero di Rangdum sembra un luogo magico e incantato.

L’unico sistema per comunicare con i monaci, che non parlano inglese, è sorridere dicendo “Jullay” , il saluto adatto ad ogni occasione in Ladakh.

Il monastero è piuttosto malconcio: non c’è dipinto, oggetto o struttura che non abbia bisogno di restauro… ma non serve troppa perspicacia per capire che non si restaurerà proprio niente qui… la povertà è tanta che si può toccare… eppure il viso dei monaci è un’esplosione di gioia e di ricchezza interiore.

Rangdum Gompa è stato costruito ne XVIII secolo.

Siamo lontano da tutto, in un’area con irrisolti conflitti politici: popolazione di fede buddista con amministratori musulmani a Kargil, a loro volta in scontro perenne con il governo induista indiano.

Facile capire che il governo regionale e centrale sia ben poco interessato alle sorti di un manipolo di pastori dimenticati e del loro monastero buddista.